Così il presidente Alessandro Benetton spiega la filosofia dei cambiamenti all’interno del cda
Alessandro Benetton, nominato presidente del gruppo di famiglia da poco più di un anno, definisce il suo compito come “detonatore del cambiamento”. E un’esplosione è avvenuta lunedì: l’assemblea dei soci ha sancito l’uscita dal consiglio di amministrazione, dopo quasi 35 anni, dei quattro fratelli fondatori. Al loro posto spazio alla seconda generazione: Franca Bertagnin Benetton (figlia di Giuliana), Christian Benetton (figlio di Carlo) e Sabrina Benetton (figlia di Gilberto) siederanno nel board al fianco del cugino Alessandro, primogenito di Luciano, confermato alla guida. È proprio Alessandro Benetton, in un’intervista al Corriere della Sera, pubblicata alla vigilia della riunione degli azionisti, aveva ribadito e rafforzato l’esigenza di una svolta. Con un giudizio senza sconti sul passato prossimo del gruppo: “Questa è stata un’azienda di grandissimo successo – ha ammesso l’attuale numero uno di Ponzano -. Però lo dobbiamo dire: ha smesso di essere competitiva agli inizi del Duemila. Quel business model era finito, chiuso”. Per questo, il timone è stato affidato a chi – lo stesso Alessandro Benetton – provenendo da altre esperienze imprenditoriali (come la società da lui fondata, 21 Investimenti) poteva avere una visione meno condizionata. Per questo, per poter operare cambiamenti profondi senza la pressione della Borsa, è stato deciso l’addio a Piazza Affari. Già al momento del suo insediamento, il neo presidente aveva precisato la sua visione: il marchio deve tornare a condurre il mercato, non viceversa. “Non è più possibile, non lo era da un pezzo – ha dichiarato -, delegare ai negozianti il contatto diretto con il cliente. Dobbiamo essere noi a intercettarne i bisogni ed anticipare le tendenze”. Insomma, resteranno i negozi gestiti da terzi (uno dei fattori vincenti dei Colori Uniti), ma il rapporto con il consumatore sarà più diretto e continuo. Non solo con i punti vendita di proprietà, ma soprattutto con i social network. Ma Alessandro Benetton ha anche conformato che il suo ruolo, almeno in termini operativi, non durerà molto a lungo. I manager avranno sempre più responsabilità. Anzi, un primo esempio c’è già stato con il piano di trasformazione, finalizzato ad adeguare le professionalità aziendale alle nuove esigenze e a spostare la produzione più vicino ai luoghi di vendita. Un progetto elaborato e gestito nel concreto dall’amministratore delegato Biagio Chiarolanza (rimasto ad oggi ad unico del gruppo). Un’altra detonazione del nuovo gruppo Benetton.
AUTORE: Mattia Zanardo
FONTE: Il Gazzettino Treviso
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