Nella storia della scuderia Benetton Formula, presieduta tra il 1988 e il 1998 dal manager e imprenditore trevigiano Alessandro Benetton, la macchina maggiormente vincente è stata sicuramente la B195. Dotata di un motore Renault, preferito al propulsore Ford degli anni precedenti, la vettura guidata dalla confermata coppia di piloti Schumacher-Herbert è stata in grado di archiviare nel 1995 11 vittorie su 17 gare. Un vero e proprio dominio, coronato dalla conquista del titolo costruttori e piloti con tre gare di anticipo sulla fine del campionato. Presentata a Ponzano Veneto nel gennaio dello stesso anno, la B195 compie il suo battesimo nello storico circuito di Silverstone, situato in Inghilterra, dove effettua la prima vera sessione di prove e porta a termine in tutto 25 giri. Bagnato dalla pioggia, l’esordio sul circuito inglese non riesce a restituire tempi cronometrici di rilievo ma fornisce dati importanti per il miglioramento dell’affidabilità della macchina, dimostratosi da subito competitiva. Aspetto che trova riscontro nel pilota Johnny Herbert, chiamato a guidare la vettura sul banco di prova di Silverstone: “Il feeling è stato facile da trovare“. Il clima ai box in quei giorni testimonia come il campionato per gli addetti ai lavori sia già iniziato, presenti al completo per l’occasione e coordinati dal direttore tecnico Ross Brawn. L’obiettivo, portato a termine, della scuderia capitanata da Alessandro Benetton è infatti quello di arrivare ai successivi test di Jerez, in Spagna, con una vettura i cui particolari sono in grado di garantire una sufficiente garanzia di durata. Progettata dall’ingegnere Rory Byrne, la B195 viene dotata di un motore V10 Renault, nettamente superiore rispetto al precedente V8 Ford per leggerezza, consumi e regime di rotazione. Aggiornata sulla base del modello precedente (B194) anche sul profilo aerodinamico con l’introduzione di pance laterali allargate e una generale revisione del retrotreno, la macchina dimostrerà nel corso della stagione un alto grado di affidabilità, con un solo ritiro per motivi tecnici. Caratteristica che, unita al talento di Michael Schumacher e alla competitività del propulsore Renault, spalancherà le porte alla conquista dei titoli iridati.
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