La pandemia ci ha insegnato che l’interazione tra esperti e lo scambio di idee e conoscenze è sempre più importante per viaggiare spediti verso il futuro. All’inizio del suo secondo mandato come Rettore dell’Università Luiss Guido Carli, Andrea Prencipe, intervistato da “Il Sole 24 Ore”, ha parlato delle sfide che interesseranno il prossimo triennio, nonché del piano strategico che porterà al 2024.
Nonostante lo stravolgimento derivante dalla pandemia, il bilancio del primo triennio da Rettore è molto positivo: “Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo posti e abbiamo creato le basi per il prossimo triennio. Sempre onorando la visione dei nostri padri fondatori. Siamo una libera università, quindi pubblica non statale, internazionale”.
Ed è proprio “internazionalizzazione” la parola chiave, un processo che Andrea Prencipe ha avviato e che porta avanti con determinazione. L’Università vanta infatti 310 collaborazioni in 64 Paesi, 54 double degree, 15 nazionalità diverse di docenti e 85 di studenti.
L’altro fattore imprescindibile dei percorsi formativi del futuro è sicuramente la multidisciplinarietà, la spinta a creare relazioni organiche tra le varie materie.
“Abbiamo lanciato due anni fa una magistrale in Global management & Politics, a cavallo tra il management e le relazioni internazionali, e un’altra in Law, Digital Innovation and Sustainability, quindi una laurea in giurisprudenza con un focus sull’innovazione digitale e la sostenibilità”. Ma non è tutto: Andrea Prencipe ha sottolineato che a luglio 2021 si chiude il primo triennio della triennale in Management and computer science, con tre cattedre finanziate dalle imprese, a testimonianza di quanto i professionisti ibridi siano ambiti sul mercato.
“Tutti i laureati Luiss devono avere nella loro cassetta degli attrezzi strumenti digitali e per questo i nostri data scientist stanno contaminando tutti i corsi di studio. Ma altrettanto importante è conoscere le scienze umanistiche che offrono a studenti e studentesse un’apertura mentale che le altre scienze non offrono”: e quindi si punta anche alla filosofia, alla letteratura italiana, all’archeologia, alla storia della musica e alla salute circolare.
Come spiegato dal Rettore, la didattica trasmissiva deve sempre più lasciare il posto a un approccio integrativo con al centro gli studenti. “Negli ultimi due anni abbiamo sperimentato un modello definito enquiry based learning, che permette di apprendere gli strumenti del metodo scientifico. Da settembre la sperimentazione si allargherà da tre a cinque corsi magistrali e nel settembre 2022 lo estenderemo a tutte le magistrali per poi portarlo anche nelle triennali”.
Per visualizzare l’intervista integrale:
http://scuola24.ilsole24ore.com/art/universita-e-ricerca/2021-06-18/competenze-trasversali-e-profilo-internazionale-gli-esperti-domani-192235.php?uuid=AEq6xLR
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