Auro Palomba
Industria

Auro Palomba: “Recessione pesa sui conti Fiat”

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Il bilancio del ’90 contrassegnato dalla congiuntura. Il commento di Auro Palomba

La recessione economica, che avuto proprio nel calo del mercato dell’auto uno dei suoi principali indicatori, e la crisi del Golfo hanno pesato sui conti della Fiat che ha chiuso il ’90 con risultati inferiori alla gestione precedente. L’analisi è contenuta nella consueta “Lettera agli azionisti” con cui l’avvocato Agnelli relaziona sui dati di preconsuntivo. Il fatturato consolidato del gruppo Fiat è rimasto infatti sotto l’obiettivo dei 60mila miliardi enunciato a metà ’90, fissandosi a 56400 miliardi. E l’utile operativo si è praticamente dimezzato, scendendo dai 4682 miliardi dell’89 ai 2102 del ’90. Cada dunque nettamente la redditività della gestione industriale, che scende dal 9,3% del 1989 al 4,3% dello scorso anno. Bisogna in ogni caso premettere che l’89 è stata una stagione record, per cui i confronti non sono molto significativi. Il 4,3% è comunque un risultato in media con le case giapponesi e superiore alla Volkswagen. L’utile operativo, inoltre, non testimonia compiutamente dell’andamento del gruppo. Nell’utile netto, che verrà reso noto solo a maggio, dovrebbero quest’anno entrare diverse poste straordinarie, che potrebbero portare il risultato non lontanissimo dai 3300 miliardi dello scorso anno (l’utile netto del capogruppo Fiat spa è superiore ai 1211 miliardi dello scorso anno). Altri dati positivi riguardano la posizione finanziaria netta, in attivo di 550 miliardi, e l’autofinanziamento gestionale che ammonta a 6000 miliardi. Notevole anche il contributo che la Fiat dà alla bilancia valutaria italiana, con un saldo attivo di oltre 10 mila miliardi. Sono saliti anche i lavoratori occupati, che a fine anno erano 303.500. La Fiat ha inoltre operato in Borsa comprando azioni proprie. Il buy back dovrebbe essere quasi concluso, e l’obiettivo dei 1000 miliardi raggiunto. L’avvocato Agnelli mette il conflitto del Golfo fra le cause che spiegano il blocco della crescita della Fiat. “Il 90 si è chiuso in un clima di incertezza e preoccupazione. Il quadro è stato dominato dalle tensioni crescenti interne all’Unione Sovietica e dall’esplosione della crisi del Golfo Persico”. Anche dal punto di vista economico, secondo il presidente della Fiat, la situazione non è migliore: “Più forti si sono fatte le tendenze recessiva negli Stati Uniti d’America, più sensibile l’attenuazione della crescita negli altri Paesi industriali avanzati. In questo quadro generale è apparsa evidente la fragilità del sistema italiano, in cui gli effetti della congiuntura sfavorevoli si sono sommati a fattori strutturali di debolezza, quali lo stato della finanza pubblica, le pressioni inflazionistiche più forti che altrove, le carenze e le inadeguatezze nel governo dell’economia.” Tutto questo ha pesato sui conti della società: “Le conseguenze di questo clima sfavorevole – spiega Agnelli – si sono confermate anche sull’andamento del gruppo Fiat, che, dopo una soddisfacente andamento nella prima metà dell’anno, si è trovato a fronteggiare una flessione generalizzata dei mercati. Ciò ha creato difficoltà maggiori del previsto nel collocamento dei prodotti e ha comportato la necessità di ricorrere a sospensioni temporanee dell’attività lavorativa”. I primi sei mesi del ’90, infatti, erano stati di tutto rispetto. Nel secondo semestre la consistente flessione del mercato dell’auto ha invece bloccato la crescita del fatturato consolidato fino a renderlo praticamente inferiore a quello dell’89. I 52 mila miliardi del ’90, infatti, comprendono anche Toro e Rinascente, consolidate per la prima volta in questa gestione. A dati omogenei, i ricavi industriali sono scesi lievemente da 50349 a 48900 miliardi. E anche le proiezioni per quest’anno non sono rosee: “Le previsioni economiche per il 1991 – spiega Agnelli – concordano sul perdurare di una situazione congiunturale difficile, che renderà necessari interventi di severo contenimento dei costi, di ristrutturazione produttivo, di riduzione degli impegni finanziarie nel capitale di finanziamento, di attenta gestione delle risorse destinate all’investimento”. La Fiat punta quindi tutto sul ’92, quando, almeno nel secondo semestre, il ciclo economico dovrebbe tornare positivo. E a Corso Marconi si sono già preparati al futuro. “il gruppo Fiat – assicura il presidente ai suoi azionisti – affronta questo passaggio di decennio nella consapevolezza della dimensione delle sfide che ha di fronte, ma anche della validità delle strategie avviate, della forza delle posizioni raggiunte sul piano economico, finanziario e di mercato, del valore e della professionalità dei suoi uomini”. Così si spiegano in particolare i forti investimenti nel Mezzogiorno con la creazione di due nuovi stabilimenti e alleanze internazionali.

FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba

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