Alessandro Benetton
Società

Bello, ricco e intelligente, tutto su Alessandro Benetton

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AB, oltre duecento pagine dedicate all’imprenditore Alessandro Benetton

Pullover verde, suo colore preferito, camicia azzurra e jeans, sono la tenuta prediletta insieme a tute da sci, mise da surf, motocross, vela, canoa, bici. È casual, con innata eleganza, anche all’inaugurazione del primo concept store Playlife, multi brand che sbarca a Roma e ha la caratteristica di far sentire “come a casa propria”. In tandem c’è la presentazione in anteprima del libro che lo vede protagonista. Si chiama “AB” dalle sue iniziali. Sottotitolo “A Playlife story”. Lui è Alessandro Benetton. Bello e intelligente, come è tradizione di famiglia. Presidente da un anno del celebre marchio. Ha studiato a Harvard, è stato a capo del team di Formula 1, ha la passione per discipline sportive estreme. È marito di Deborah Compagnoni. Ha tre figli. Sfogliano le 215 pagine coloratissime che hanno la copertina in denim (riecco il mitico tessuto) si diventa amici e fan di questo uomo che ha la fantastica caratteristica di essere fedele ai valori antichi ma di guardare al futuro con mente aperta. AB (molti lo chiamano così) si racconta per la prima volta, attraverso parole e immagini con la schiettezza che gli garantisce le origini trevigiane. Per fare l’amarcord ha rovistato bauli, cassetti, scantinati. Ed è diventato testimonial. “Si – dice Alessandro Benetton – mi sto prestando al marchio”. Ed ecco il librone. I testi sono di Paola Pollo. Le foto sono tante. Ecco il capitolo Album. Lui a un anno. Era quel 1966 in cui nacque la Benetton, fondata da papà Luciano e dai fratelli. “Si può dire che siamo coetanei, siamo cresciuti insieme, anche se lungo percorsi autonomi e paralleli”. La foto di AB con i fratelli Mauro e Rossella e la mamma. “Una donna che ha vissuto per noi figli, protettiva, anche troppo. Mamma con la M maiuscola”. Lui ragazzino con la faccia buffa. Lo scatto dei primi stivali da cowboy, conservati con cura, che gli regalò papà. Alessandro Benetton parla dei punti salienti della sua vita. Del prof di filosofia: “Un uomo straordinario, scalatore di ghiacciai, che mi ha insegnato lo studio come modo di scoprire sé stessi”. Il diploma. La partenza per Boston, dove si laurea nel 1987. “Uno dei periodi più elettrizzanti della mia vita”. Dice di “21 Investimenti”, la prima e più importante esperienza imprenditoriale. Full immersion nelle foto: il diario di scuola con Snoopy, le regate sul fiume Sile, le biciclettate per le campagne. “Sono legato a quella terra dove i bambini potevano andare in giro in bicicletta e giocare a biglie”. Gli scatti a Cortina e a Jesolo di AB e il fratello MB (Mauro). “Siamo stati simbiotici per parte della nostra esistenza”. Per ultima è arrivata Rossella. L’amico di sempre Luca. Si parla, nella parte dedicata allo “Stile”, del pullover che è una passione di famiglia. Di capi cult come i jeans Levi’s, la giacca Barbour. Negli Anni 80, negli USA, fa il modello. “C’era anche William Baldwin, fratello di Alec”. Alessandro Benetton non si divertiva per niente. “Meglio lo sport”. Foto a Montreal con papà, tutti e due coi capelli lunghi. “Mio padre lavorava. Sempre. Viveva in una Italia intensa di fatti…Seguiva il suo istinto che è la bussola che ha illuminato tutti gli imprenditori di prima generazione che sono arrivati così in alto.” Nella parte “Rivelazione” c’è Boston, città di elezione. Con i nuovi outlet e i magnifici boschi, il basket, la boxe. E poi Londra. “Era il tempo di attrici, modelle, jet set, notti in bianco. Non ci siamo fatti mancare niente”. Lo sport? È nel capitolo “Una passione su tutte”. “Ci credo come strumento di benessere psicofisico, sociale. Uno sportivo dovrebbe essere un cittadino migliore

FONTE: Il Mattino
AUTORE: Paola Pisa

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