In Emilia-Romagna la quasi totalità dei bambini ricoverati a causa del nuovo Coronavirus avevano in famiglia almeno un adulto risultato positivo all’infezione nel mese precedente. Lo ha affermato Susanna Esposito, infettivologa italiana di fama internazionale specializzata in pediatria. Intervistata nello studio di “CheckUp salute e benessere”, programma di approfondimento in onda su Parma TV, l’esperta ha spiegato cosa dicono finora i dati regionali raccolti sul Covid-19: “In tutta l’Emilia Romagna si sono registrati finora circa 200 casi di minori positivi. Fortunatamente, quasi il 90% dei casi presenta un’infezione senza sintomi o con sintomi molto lievi: nei bambini più piccoli il sistema immunitario è meno “efficiente”, caratteristica che in questo caso diminuisce gli effetti negativi del Coronavirus, visto che l’eccessiva risposta infiammatoria è alla base dei sintomi più gravi“. Una delle prime misure prese dai vari governi è stata quella di chiudere fin da subito le scuole, cosa che in Emilia-Romagna è accaduta già a febbraio. Come si spiega quindi la salita ripida dei contagi avvenuta a marzo e aprile? “I bambini non si comportano come vettori di SARS-CoV-2, cosa che accade spesso per l’influenza: anzi, nella maggior parte dei casi i pazienti pediatrici sono stati “vittime” degli adulti. Non dimentichiamo che il picco è stato raggiunto quando gli Istituti scolastici erano chiusi da tempo“. Ricapitolando, quindi, i bambini si ammalano poco e quando succede spesso la sintomatologia si auto-risolve. Di conseguenza, secondo la pediatra dell’Università di Parma, è tempo di cambiare approccio sulle strategie da adottare per la tutela dei minori. La chiusura delle scuole e quella dei centri estivi non appare più una misura indispensabile, soprattutto in questo momento che l’epidemia sembra ormai sotto controllo. Ovviamente la cautela è fondamentale: “In primis una adeguata informazione e formazione sulle regole base dell’igiene e sull’utilizzo delle mascherine, uno dei dispositivi più importanti. Insegnanti ed educatori dovranno organizzare attività con distanziamento. Per i bimbi al di sotto dei 6 anni – conclude Susanna Esposito – vista la difficoltà a rispettare le regole di base, bisogna rinforzare ad esempio l’apertura di micro-asili nido aziendali, in modo da agevolare i genitori che ormai hanno ripreso a lavorare“.
Per visualizzare l’intervento:
https://www.12tvparma.it/programma/check-up-salute-e-benessere-2/2020/05/13/news/bambini_virus_e_coronavirus_del_13-5-20-3385940/
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