Economia

Vito Gamberale: alcune proposte per il futuro del Paese

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Il top manager prende in esame alcune delle problematiche che la Repubblica italiana si trova a dover affrontare a 70 anni dalla propria creazione
Sono ormai trascorsi settant’anni dalla fondazione della Repubblica italiana. Traendo spunto da tale ricorrenza, la rivista Mondoperaio pubblica un articolo a firma dell’Ing. Vito Gamberale, top manager con oltre 40 anni di esperienza alla guida di primarie società dell’economia nazionale, tra cui Gruppo ENI, SIP, TIM, Autostrade, F2i.

Secondo Gamberale, attualmente il Paese attraversa una fase che, per criticità e pericolosità, risulta per vari aspetti simile a quella affrontata nel Dopoguerra. Nel suo ragionamento, il top manager evidenzia, in particolare, una serie di problematiche che andrebbero affrontate con urgenza, prima fra tutte la creazione di un assetto istituzionale che consenta di governare il Paese. A questo proposito, Gamberale vede con favore una revisione della Costituzione, finalizzata ad una sua attualizzazione ai tempi e alle circostanze, nella convinzione che essa sia “come lo Statuto di un’Azienda“. Occorrerebbe soprattutto, secondo Gamberale, una governabilità più snella e accentrata.
Un’ulteriore problematica da affrontare è, secondo il manager, legata al debito pubblico, la cui riduzione, a suo avviso, non può più essere rinviata né affidata alla combinazione della crescita di Pil e inflazione. Ai livelli attuali, il debito pubblico mina infatti la credibilità internazionale dell’Italia, rendendo debole la fiducia dall’estero “come se il paese vivesse su una palafitta poggiata su pilastri snelli e molto alti: un qualsiasi colpo di vento svergola il sistema e lo mette a terra“. Gamberale aggiunge poi che “quella che ci viene raccontata oggi come debellazione dell’evasione fiscale non ha nemmeno il carattere di una cura omeopatica, ossia lenta e naturale. Serve inculcare il principio che il non pagare le tasse equivale ad una rapina perpetrata verso tutta l’intera società italiana. L’evasore deve andare in carcere e deve restarci“. Occorrerebbero dunque “leggi adeguate, giudici che ne siano rigorosi interpreti, con forze dell’ordine leali e motivate“. Da un punto di vista puramente economico, fa notare Gamberale, una vera lotta all’evasione sarebbe in grado di apportare alle casse dello Stato decine di miliardi, per 6-7 punti percentuali di Pil.
Altro aspetto strettamente connesso a quello della corruzione, e come tale da affrontare, sarebbe la diffusa corruzione presente su più fronti nel Paese. “Una piaga molto più diffusa di quanto si pensi”, secondo il giudizio di Gamberale.
A livello internazionale, l’Italia dovrebbe dotarsi di un piano alternativo all’Europa. Gamberale ricorda a questo proposito che le visioni illuminate dei politici europei costituenti o di quelli che ne hanno favorito lo sviluppo non trovano più interpreti adeguati o all’altezza.
A conclusione del suo articolo, Vito Gamberale anticipa la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, sottolineando che l’uscita di un Paese membro potrebbe rappresentare “l’inizio della fine”, rendendo quanto mai utile un piano d’emergenza alternativo all’Europa per il nostro Paese.

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