Un’attenta riflessione sullo scenario attuale e sulle prospettive future del settore automotive: è questo il focus dell’articolo che Bernardo Bertoldi ha firmato per Markup – Strumenti per il marketing e il retail, rivista che ha come obiettivo il fornire risposte concrete a imprese, professionisti e rappresentanti del “sistema retail”. L’editoriale si apre con alcune considerazioni generali, per poi concentrarsi sul concetto di “ACE”: sinonimo di successo e velocità, è molto usato dagli esperti del settore per descrivere la vettura del futuro attraverso i tre aggettivi che la contraddistinguono. Autonoma, Connessa, Elettrica. Come sottolinea Bernardo Bertoldi: “L’evoluzione tecnologica dell’auto non è mai stata così dirompente“. Le vetture che troveremo in commercio nel 2030 saranno, con tutta probabilità, drasticamente diverse da quelle di oggi. Player di industrie completamente nuove diventeranno competitor dei costruttori storici, affermati da almeno 80 anni, in un’ottica che punta sempre più a sviluppare tecnologie pulite e a coinvolgere il consumatore, sensibilizzandolo in merito alla tutela ambientale. Il futuro però non è così ben delineato come ci si potrebbe aspettare. Le dinamiche in gioco sono ben più complesse. “Se si leggono le pubblicità dei costruttori sembra evidente che elettrico sia sinonimo di high-tech e green“, ma quando si ragiona dal punto di vista del consumatore il quadro non è così univoco. I costi elevatissimi, spesso abbinati a una scarsa autonomia (350 chilometri, nemmeno 100 se si adotta una guida più aggressiva), fanno sì che i consumatori riconoscano l’utilità delle vetture elettriche, ma che non siano incentivati ad acquistarle. Solo il 5% dei clienti ritiene le macchine elettriche un bene assoluto perché generano benefici ambientali. Ci si trova così davanti a una contraddizione: i costruttori sono obbligati a sviluppare e vendere vetture ibride ed elettriche per non incappare in penali insostenibili dovute alle eccessive emissioni, ma nessuno oggi le considera un mercato redditizio. “La storia di Tesla è emblematica“, spiega Bernardo Bertoldi. “I governi ne finanziano pesantemente l’acquisto, ma nonostante ciò l’azienda è ben lontana da un business model sostenibile e il valore che il mercato riconosce alle sue azioni è esclusivamente fondato sulle promesse di un futuro oggi neppure immaginabile“. Diverso è lo scenario che si profila all’orizzonte per le macchine autonome e connesse alla rete, in grado di ridurre drasticamente il numero di incidenti e prenotare manutenzioni e altri servizi con un click: i vantaggi sono evidenti e immediati sul fronte della comodità e della sicurezza, tanto da giustificare i prezzi proposti ai consumatori.
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