In data 4 dicembre si è tenuta l’Assemblea dei piccoli azionisti di Telecom Italia (ASATI). Tra gli ospiti sul palco, anche l’Amministratore Delegato del fondo F2i, Vito Gamberale. Il suo intervento è stato una riflessione sul futuro che si sta progettando per Telecom Italia, anche alla luce di quello che è stato il passato storico di questa grande compagnia, senza tralasciare il peso che possiede a tutt’oggi al fine dello sviluppo della banda larga nel Paese.
L’AD del fondo F2i ha aperto il suo intervento precisando che, rispetto ad altri Paesi europei, dove lo sviluppo del broadband è stato un affiancarsi alla tv via cavo, l’Italia possiede come unica possibilità di sviluppo la rete di proprietà Telecom.
Attualmente, Telecom Italia annovera fra i propri soci azionisti la compagnia spagnola Telefonica. Vito Gamberale ha posto a riguardo più di un punto interrogativo, primo fra tutti sull’inverosimiglianza di come una società con un debito ingente possa essere utile al risanamento di una società che fa registrate, invece, un negativo inferiore. Il timore principale deriva dal rischio che il controllo spagnolo possa riversare il cash flow che Telecom Italia produce, nello sviluppo economico della Spagna, affidando in mani spagnole il futuro incerto dello sviluppo tecnologico italiano. Ipotesi avvalorata di recente da alcune mosse strategiche a favore di Telefonica, ma a discapito di Telecom Italia quale il cosiddetto cash pooling.
Secondo l’AD di F2i Vito Gamberale, è poco realistica anche l’attuazione di un modello in stile Stati Uniti d’America in quanto “l’Europa è un mercato molto diverso da quello americano: siamo uniti solo nella moneta e nelle frontiere, ma per il resto siamo profondamente distanti". Unica possibilità, secondo Gamberale, la realizzazione di un piano di difesa del business e di sviluppo di Telecom Italia.
Il discorso dell’Ing. Vito Gamberale si è concluso con un paragone fra l’adunata dell’Associazione ASATI e quella, storica, dell’ottobre del 1980, per salvare la FIAT, con l’auspicio e l’invito alla politica italiana di preservare l’integrità di una società di prestigio nazionale come Telecom Italia.
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