
Sulla Luna è andato in scena un esperimento che potrebbe rivoluzionare l’esplorazione spaziale. Il 2 marzo 2025, grazie al lander Blue Ghost di Firefly Aerospace, la NASA ha testato per la prima volta direttamente sul suolo lunare una tecnologia pensata per combattere uno dei nemici più subdoli delle missioni extraterrestri: la polvere. Si chiama Electrodynamic Dust Shield (EDS), ed è un sistema basato su campi elettrici alternati che riesce a “spazzare via” la regolite, la sabbia finissima e tagliente che ricopre la superficie lunare. L’idea, in realtà, risale al 1967 e prendeva allora il nome evocativo di “cortina elettrostatica”; oggi però, potenziata e adattata ai bisogni delle missioni moderne, si candida a diventare una delle soluzioni chiave per proteggere attrezzature vitali come pannelli solari, lenti e tute spaziali. Dopo i primi successi in laboratorio e sulla Stazione Spaziale Internazionale, l’EDS ha superato il suo battesimo del fuoco: ha funzionato davvero in condizioni lunari, aprendo la strada all’uso operativo su larga scala.
La polvere, in apparenza innocua, è in realtà una minaccia seria per ogni missione spaziale. Sulla Luna, la regolite si forma in milioni di anni di impatti micrometeorici, senza erosione naturale: il risultato è una polvere aderente come colla e abrasiva come carta vetrata. Non solo può danneggiare la strumentazione, ma inalata dagli astronauti rischia di compromettere anche la salute umana. E non finisce qui: su Marte, il problema si annuncia ancora più critico. Le polveri marziane sono ultra sottili — 25 volte più di un capello umano — e contengono sostanze tossiche come silice e perclorati, capaci di insinuarsi nei polmoni fino al sangue. Per questo la NASA, con il programma Artemis e l’obiettivo di insediamenti permanenti sulla Luna, considera cruciale ogni soluzione che permetta di tenere pulite le superfici senza intervento umano. L’EDS, sviluppato al Kennedy Space Center con i fondi del programma “Game Changing Development”, potrebbe diventare un alleato indispensabile non solo per abitare la Luna, ma anche per rendere le future missioni marziane più sicure e sostenibili. La polvere, da minaccia invisibile, potrebbe diventare il banco di prova della prossima frontiera dell’esplorazione spaziale.
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