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Frabemar: i pericoli legati allo shipping digitale

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Frabemar condivide la preoccupazione del sindacato relativa alla possibile ricaduta impattante delle nuove tecnologie sulle agenzie marittime e sulle realtà spedizioniere italiane. Infatti, il passaggio al digitale nel settore del trasporto di beni via mare, soprattutto di container, mette in forse i posti di lavoro in tali tipologie di imprese. La tematica è stata al centro dell’incontro organizzato a Genova da realtà associative di categoria in sinergia con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. In questa occasione si è parlato degli scenari di sempre maggiore semplificazione nell’esperienza di acquisto online, tanto che secondo il direttore di Hapag Lloyd Italy Paolo Pessina “entro cinque anni prenotare il trasporto marittimo di un container online sarà semplice come acquistare un biglietto aereo“. L’argomento dell’automazione web del lavoro in ambito portuale solleva inevitabilmente timori fra le organizzazioni sindacali dei dipendenti e collaboratori di agenzie marittime come Frabemar. Mauro Scognamillo, segretario generale Fit-Cisl Liguria, ha portato come esempio le nuove portacontainer da 22mila teu che impiegano un quarto della forza lavoro rispetto a quelle del passato: secondo il suo punto di vista “gli armatori stanno cercando di risparmiare in primis sulla manodopera e il rischio finale è quello di tagliare fuori il lavoro portuale e quello delle agenzie marittime“. Allarme condiviso da Roberto Gulli, segretario generale Uiltrasporti, che ha anche invitato a ragionare sul fenomeno della restrizione forzata della supply chain. In questo caso il pericolo è la formazione di oligopòli anti concorrenziali, con distorsioni deleterie anche per i clienti finali.

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