
Ma siamo proprio sicuri che sia un problema di comunicazione? E non che, piuttosto, manchi un progetto da comunicare? Ho letto con attenzione l’articolo di Insider dello scorso numero – è un peccato dialogare con uno pseudonimo – su come il Nordest non sia percepito in modo corretto su scala nazionale. Ne condivido il tema, e lo ringrazio per avermi chiamato in causa, ma non l’analisi. È vero che l’immagine di questa parte d’Italia è peggiore della realtà ma, secondo me, è anche vero che una gran parte della responsabilità non è di chi ci guarda da lontano bensì di chi da vicino non aiuta a comprendere meglio. Frequento queste regioni da oltre un decennio. Non pretendo affatto di averci capito molto. Posso però dire che i concetti che ho sentito più volte ribadire sono due: “Nordest» e «fare sistema». Sempre e ripetutamente. In qualsiasi convegno e in ogni pubblicazione. Bene, lo dopo questi anni sono giunto a due conclusioni che mi scuserete se presento in modo drastico. La prima; il Nordest non esiste. la seconda: i veneti a fare sistema non ci pensano minimamente. Anzi, per usare a prestito l’espressione di un collega milanese, sono «i campioni mondiali del fuoco di retrovia» quando si tratta di conquistare posizioni nel sistema nazionale. Tutto questo per dire che, a mio modo di vedere, non siamo di fronte a un problema di comunicazione, bensì di sostanza. Lasciamo perdere il Nordest che mi sembra veramente un concetto astratto, in una zona dove si distinguono come fossero due popolazioni distinte quelli che provengono da sinistra o destra Piave. E concentriamoci sulle singole regioni. Prendiamo il Veneto per esempio, che conosco meglio. A me sembra che qui manchi un progetto comune e condiviso. Prima si dovrebbe costruirlo, e poi pensare come comunicarlo. Bisognerebbe dunque che i veneti capissero veramente che solo uniti si vince, e che dal miglioramento generale si guadagna tutti. Bisognerebbe cominciare e pensare in assoluto invece che in relativo, come si fa ora limitandosi a guardare al proprio vicino sperando che stia peggio di noi. Si dovrebbe smettere di colpire chi emerge e invece pensare che solo seguendo i migliori si conquistano le vette. Ho l’impressione che in qualsiasi parte del mondo i veneti pensino a competere con il dirimpettaio piuttosto che so, con i tedeschi o gli emiliani.
Solo quando tutto questo ci sarà, allora si che un bravo comunicatore potrà restituire a questa regione la giusta dignità. Quando la si smetterà di mettere in scena baruffe chiozzotte su ogni nomina o poltrona, quando si deciderà che il contraddittorio è un’ottima forma di crescita ma che è meglio lasciarlo all’interno invece che portarlo in piazza, allora si che si potrà costruire un bel progetto di comunicazione per assumere il ruolo che spetterebbe di diritto almeno osservando gli indicatori economici. Allora io dico: poniamoci un traguardo, che possono essere le Olimpiadi 2020 appena annunciate, la Capitale europea della cultura cara a Nordesteuropa.it, un veneto alla presidenza di Confindustria, una maggiore rappresentanza politica, un sistema di infrastrutture degno di una delle più ricche e produttive regioni europee e perseguiamolo tutti insieme, lasciando le discussioni all’interno marciando uniti verso il traguardo, Perché in assenza di questo, in un mondo dove la sola possibilità di essere ascoltati è emergere rispetto al rumore di fondo», L’unica cosa che esportiamo sono proprio le sparate di Gentilini o di qualche imprenditore ruspante, che è poi lo stereotipo che fa comodo attribuirci a chi detiene il vero potere mediatico, ovvero quelle Milano e Roma che certamente non guardano con favore a una provincia ricca e operosa che unita porrebbe rubare loro la scena.
FONTE: Nord Est Europa
AUTORE: Auro Palomba
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