Lavoro

Giovanni Lo Storto: “Fatevi avanti”

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Giovanni Lo Storto affronta il tema della parità di genere sul mondo lavoro nel suo editoriale su Formiche.net

Nel 2017 Ubs, una società di management e banca di investimenti, ha pubblicato un report con i risultati di uno studio su due persone fittizie, Jane e Joe, che puntava a valutare l’impatto in termini di sicurezza finanziaria futura delle scelte che si compiono durante la carriera. Il risultato è che, a parità di condizioni di partenza, Joe finirà per essere molto più ricco di Jane e cinque motivi principali contribuiscono ad accentuare il divario: la differenza di salario tra uomini e donne, dei brevi periodi di interruzione della carriera, il lavoro part-time o flessibile, l’avversione al rischio e l’aspettativa di vita. Durante il corso della loro vita, uomini e donne subiscono variazioni di status sulla base delle scelte che compiono in merito a questi cinque fattori. In termini pratici, in media una donna guadagna meno dei suoi colleghi uomini (nel 2019, 0,82 dollari per ogni dollaro guadagnato da un uomo per lo stesso lavoro); viene penalizzata se prende un periodo di aspettativa, ad esempio, in caso di maternità, o se sceglie di lavorare in modo flessibile o part-time; accetta meno volentieri dei colleghi maschi avanzamenti di carriera che richiedano sforzi che andrebbero a incidere sulla vita familiare; infine, avendo una aspettativa di vita mediamente superiore, deve provvedere più a lungo al proprio sostentamento economico. Sheryl Sandberg, Coo di Facebook, nel suo bestseller mette in evidenzia come per le donne sia molto più difficile emergere e farsi avanti, specie in contesti lavorativi competitivi. "Sedersi al tavolo" e non avere paura di esprimere le proprie opinioni è ancora un elemento cruciale nelle dinamiche lavorative più comuni. Questo perché il successo in una donna è generalmente meno apprezzato di quello di un uomo. Lo studio Heidi/Howard condotto nella Harvard business school ne è una prova. A una classe di studenti è stato sottoposto il caso di Heidi Roizer, una venture capitalist di successo in Silicon Valley. A metà della classe, però, la stessa storia è stata presentata con il nome di Howard. Per quanto tutti fossero concordi nel riconoscere i risultati raggiunti da Heidi/Howard (d’altronde erano la stessa persona), nel caso di Howard gli studenti lo hanno visto come un ottimo potenziale collega, mentre nel caso di Heidi hanno dichiarato che avrebbero preferito non lavorare o assumere una persona come lei. Avere figli, poi, rappresenta il punto culminante di una scelta non solo di vita, ma anche e soprattutto di carriera. Uno studio del dipartimento di Economia di Harvard del novembre 2018 mostra come la radice di questa differenza sia nella richiesta di flessibilità oraria. Il risultato è che le donne vengono considerate, in molti casi, meno affidabili degli uomini nel lungo termine, tendono a compiere scelte di carriera più conservative e avanzano quindi meno nella scala gerarchica, arrivando talora a scegliere di rinunciare completamente alla carriera per dedicarsi alla famiglia o ad attività che consentono maggiore flessibilità. Dal punto di vista della formazione, questa prospettiva incide molto sul modello educativo che proponiamo alle nostre ragazze. Non solo dovremmo incoraggiare più donne a studiare materie scientifiche e tecnologiche, ma più in generale dovremmo formarle sia dal lato accademico sia da quello relazionale, supportando le loro scelte, insegnando loro che leadership non è sinonimo di arroganza e a non avere paura di farsi avanti mostrando le loro competenze e qualità professionali.

Giovanni Lo Storto
Direttore Generale Luiss Guido Carli

FONTE: Formiche
AUTORE: Giovanni Lo Storto

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